Report della serata mimesi di giovedì 9 ottobre 2025

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REPORT SERATA MIMESI – GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2025
Traccia delle mimesi:
  • un Padre che chiede di essere visto: “Quando vuoi, puoi tornare a casa”;
  • un morto, la paura di essere rifiutati; quanto un senso di colpa può portarci a rinunciare alla vita;
  • L’importanza del Rito dei Morti;
  • La comunicazione non verbale tra Genitori e Figli.
Nella prima mimesi il tema era il rapporto madre e figli maschi. Lasciamo che la mimesi porti in luce il movimento, ed appare un padre davanti ad un figlio, appare la disperazione di un padre non visto, sino alla pazzia, e di quanto la sua esclusione crei un blocco ai figli nell’affrontare la vita. Collochiamo una figura femminile che assume il ruolo di madre e si colloca a fianco del figlio. Lo sblocco è avvenuto per mezzo di frasi simboliche dette dal richiedente verso il padre e verso la madre; immediatamente tra i due è apparso uno sguardo intenso e amoroso, accompagnato dapprima da un riso liberatorio da parte della madre e poi da un pianto di entrambi; siamo rimasti tutti in silenzio a godere di tale immagine, affinché ogni anima rappresentata raggiungesse la sua pace.
Nella seconda mimesi la richiesta era il rapporto madre e figlia. Mettiamo in scena due immagini femminili, ove appare immediatamente sofferenza, difficoltà, imbarazzo; entrambe le donne faticano a tenere lo sguardo, si percepisce che tra loro c’è qualcosa che le separa, che le impedisce di essere una nell’altra; alla fine lo sguardo va verso il basso, collochiamo un uomo a terra, inizialmente le figure femminili si allontanano dal morto, la sensazione è che c’è un segreto dietro alla morte dell’uomo; diamo tempo alle anime femminili di elaborare, sino a quando, tremanti si sdraiano a fianco dell’uomo e si chetano. Il senso di colpa può portare sino a rinunciare alla vita, troviamo pace solo morendo insieme alle nostre vittime. Invitiamo il richiedente a entrare nella bolla e accarezzare i rappresentanti di tali anime, le loro mani immediatamente si cercano e si uniscono. Diamo tempo che esse vadano in un sonno di pace, riproduciamo l’antico e arcaico rito dei morti. In silenzio, accompagniamo tali anime nella loro tranquillità. Aiutare un nostro Antenato a morire in pace, significa anche riconciliarlo nel suo segreto, significa anche portare rispetto al suo segreto, al suo destino.
Nelle riflessioni postume di fine serata, abbiamo affrontato l’annoso problema del dialogo emotivo tra un genitore ed un figlio; in quanti modi un genitore può collocarsi davanti ad un figlio, in quanti modi possiamo comunicare emotivamente con un figlio, senza la paura di perderlo. Abbiamo poi approfondito la differenza tra archetipo figlio e archetipo genitore, di come il nostro cervello classifica simbolicamente i vari elementi. A me piace dire che il nostro cervello ragiona per archetipi e comprende per simboli; questa teoria va in accordo col meccanismo di funzionamento dei neuroni specchio; come spiega il Dott. Rizzolatti nei suoi libri, noi conteniamo un vocabolario di simboli in parte innato e in parte appreso che ci permette di decodificare tutto ciò che sta intorno a noi.