Corso di formazione, fine della prima edizione

Salve a tutti, il 17, 18 e 19 ottobre 2025, metteremo in atto il 9° Modulo di formazione delle “MIMESI della mia Vita”, dedicato a chi lavora come operatore nella medicina e a chi vuole ampliare e affrontare il proprio emotivo, come crescita personale; affronteremo l’annoso argomento di COME COLLOCARCI EMOTIVAMENTE DAVANTI AL NOSTRO PAZIENTE (il termine Mimesi è stato prelevato dalla Poetica di Aristotele, è un termine greco che significa: rappresentare un evento realmente accaduto, che è poi ciò che accade nelle costellazioni familiari).

Quando si vuole lavorare, non solamente nel fisico, ma principalmente nelle emotività di una persona, come nelle Costellazioni Sistemi Familiari di Hellinger o nelle Mimesi, è fondamentale l’intenzione e lo stato mentale dell’operatore. Nella scuola di Mimesi ripetiamo in continuazione che il movimento va dove l’operatore guarda. Maggiore dunque è il raggio mentale di chi opera, senza aspettative e senza formule, e più informazioni appariranno nel movimento spontaneo delle emotività messe in scena, e dunque, il movimento sarà maggiormente penetrante nell’anima del richiedente. La tecnica consiste infatti nel mettere il più possibile a proprio agio l’anima e l’emotività del richiedente, affinché essa possa manifestarsi in tutto ciò che contiene; permetterle di essere e mimare ogni suo contenuto, e noi, restare osservatori affascinati dallo spettacolo che appare ai nostri occhi, come in un teatro.

Hellinger soleva insegnare che il significato profondo delle costellazioni, ossia di tali metodi terapeutici, è aiutare il sistema a riprendere il suo cammino, il suo destino; ma al tempo stesso, è fondamentale che l’operatore non agisca mai direttamente sul destino del richiedente, ma sappia restare senza intenzioni, senza aspettative e soprattutto senza giudizio, ne morale ne etico.

Questo spiega il perché Hellinger cambiò più volte la tecnica nel corso degli anni, proprio per non cadere in tale trappola, ossia di manipolare involontariamente il destino dell’altro.

In questi tre giorni, presso la Cascina Valgomio, ci cimenteremo in esercizi in gruppo, proprio per penetrare in tale stato mentale, mettendo in scena il rapporto tra noi e l’emotività dei nostri pazienti, tra noi e i nostri consanguinei, tra noi e la nostra professionalità. Metteremo in atto, a scopo di ricerca, simulazioni di casi clinici, che realizzeremo e commenteremo insieme.

Come soleva dire San Francesco, in questo momento storico di pazzia cosmica, che la pace interiore sia in noi tutti.