Report della serata mimesi di mercoledì 24 settembre 2025

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REPORT DELLA SERATA DI MIMESI, 24 SETTEMBRE presso il centro di AMNA in Via Cibrario 14 Torino

Traccia:

  • la rabbia, l’irretimento reiterato di un maschio, tra una madre e suo figlio;
  • il Rito dei morti: così in terra, così in cielo; così un antenato nel limbo del giudizio, così un figlio nella rabbia nel qui ed ora;
  • la sindrome gemellare, l’amore che lega due gemelli, anche sino alla morte di entrambi.

Nella mimesi sulla rabbia, è apparso il movimento della disperazione; nella meditazione iniziale, sia io, che la persona richiedente la mimesi, abbiamo percepito che la rabbia fosse una figura maschile, e abbiamo collocato dunque in scena un campo di forza maschile; esso guardava verso l’infinito, gli abbiamo dato il tempo di consolidare l’emozione, poi abbiamo collocato davanti a lui una femmina; tra loro è nato immediatamente un movimento di avvicinamento da parte della rabbia, seguito da un movimento di paura e allontanamento della femmina. La femmina, ad un certo momento, si è fermata e ha chiuso gli occhi, anche lei in difficoltà, il maschio ha iniziato a girarle in tondo, e poi ha portato il suo sguardo verso il basso; collochiamo immediatamente un rappresentante di una figura mancata; aumenta la disperazione nel rappresentante della rabbia, che si inginocchia davanti al morto e si corica al suo fianco, inizialmente lamentandosi e poi chiudendo anch’egli gli occhi. Li, tutti abbiamo percepito che dietro la rabbia, sovente si nasconde la disperazione, anzi la disperazione stessa alimenta la rabbia. Dall’altra parte, abbiamo compreso che dietro la paura c’era l’impossibilità ad agire. Il non saper dove collocarci, l’impossibilità a muoverci, alimentano la paura. Tutti ci siamo poi accovacciati al fianco di queste tre anime, condividendo il loro dolore, e amorevolmente accompagnandole verso la morte, aiutarle a morire in pace. La netta sensazione che tutti abbiamo avuto, spettatori e rappresentanti, che dietro ad ogni agire, anche nella rabbia, vi è un amore soffocato.

Nella seconda mimesi abbiamo messo in scena due campi di forza, uno maschile ed uno femminile, ove la femmina, in più riprese, provoca il maschio, che anzi si ritrae; percepiamo che il maschio contiene un qualcosa che non gli permette di entrare nel suo ruolo e di condividere la sua vita con altri, come avesse una voce interna “io non posso, io non merito”. Mettiamo in scena la sua disperazione, ma poco cambia. Invito allora il richiedente a collocarsi davanti a questo maschio e dirgli “stai tranquillo … ora finalmente ti vedo“, quasi come sorreggerlo dal peso del suo senso di colpa che lo ha portato alla impossibilità ad agire; qui qualcosa si muove, gli occhi del maschio si modificano, e il richiedente inizia spontaneamente a descrivere un suo Antenato orfano di entrambi i genitori, aggressivo e violento, pesantemente giudicato dai vari parenti. Tutti abbiamo la sensazione, che forse, il maschio rappresentato è l’anima di tale Antenato, con tutta la sua vergogna, fermo e immobile. Alla fine, il rappresentante e il maschio si abbracciano, e il rappresentante spontaneamente abbraccia il maschio come fosse un suo figlio, lo accoglie nelle sue braccia e le accarezza il capo; alla fine della mimesi commentiamo questo movimento estremamente romantico: il richiedente per un attimo, si è trasformato in genitore del campo di forza maschile, ossia ha riempito il vuoto che c’era tra questo suo Antenato e i suoi genitori biologici, ossia è emerso il movimento mancate affinché questo Antenato potesse morire in pace (il movimento mancato tra un genitore e il figlio, che verrà ripetuto nella vita).

Grazie alla scuola di formazione, abbiamo imparato ad osservare con estrema attenzione questi movimenti, dandogli il giusto peso e comprendendo la miriade di informazione che essi contengono. Dietro ad ogni gesto, c’è sempre una richiesta di attenzione e di affettività.

Un augurio di buona giornata a tutti, e al prossimo incontro.
Dott. Andrea Penna”

Corso di formazione, fine della prima edizione

Salve a tutti, il 17, 18 e 19 ottobre 2025, metteremo in atto il 9° Modulo di formazione delle “MIMESI della mia Vita”, dedicato a chi lavora come operatore nella medicina e a chi vuole ampliare e affrontare il proprio emotivo, come crescita personale; affronteremo l’annoso argomento di COME COLLOCARCI EMOTIVAMENTE DAVANTI AL NOSTRO PAZIENTE (il termine Mimesi è stato prelevato dalla Poetica di Aristotele, è un termine greco che significa: rappresentare un evento realmente accaduto, che è poi ciò che accade nelle costellazioni familiari).

Quando si vuole lavorare, non solamente nel fisico, ma principalmente nelle emotività di una persona, come nelle Costellazioni Sistemi Familiari di Hellinger o nelle Mimesi, è fondamentale l’intenzione e lo stato mentale dell’operatore. Nella scuola di Mimesi ripetiamo in continuazione che il movimento va dove l’operatore guarda. Maggiore dunque è il raggio mentale di chi opera, senza aspettative e senza formule, e più informazioni appariranno nel movimento spontaneo delle emotività messe in scena, e dunque, il movimento sarà maggiormente penetrante nell’anima del richiedente. La tecnica consiste infatti nel mettere il più possibile a proprio agio l’anima e l’emotività del richiedente, affinché essa possa manifestarsi in tutto ciò che contiene; permetterle di essere e mimare ogni suo contenuto, e noi, restare osservatori affascinati dallo spettacolo che appare ai nostri occhi, come in un teatro.

Hellinger soleva insegnare che il significato profondo delle costellazioni, ossia di tali metodi terapeutici, è aiutare il sistema a riprendere il suo cammino, il suo destino; ma al tempo stesso, è fondamentale che l’operatore non agisca mai direttamente sul destino del richiedente, ma sappia restare senza intenzioni, senza aspettative e soprattutto senza giudizio, ne morale ne etico.

Questo spiega il perché Hellinger cambiò più volte la tecnica nel corso degli anni, proprio per non cadere in tale trappola, ossia di manipolare involontariamente il destino dell’altro.

In questi tre giorni, presso la Cascina Valgomio, ci cimenteremo in esercizi in gruppo, proprio per penetrare in tale stato mentale, mettendo in scena il rapporto tra noi e l’emotività dei nostri pazienti, tra noi e i nostri consanguinei, tra noi e la nostra professionalità. Metteremo in atto, a scopo di ricerca, simulazioni di casi clinici, che realizzeremo e commenteremo insieme.

Come soleva dire San Francesco, in questo momento storico di pazzia cosmica, che la pace interiore sia in noi tutti.

Report della serata mimesi di giovedì 11 settembre 2025

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ECCO A VOI UN REPORT DELLA SERATA DI MIMESI PRESSO IL CENTRO TEBE, GIOVEDI’ 11 SETTEMBRE 2025:

TRACCIA DEGLI ARGOMENTI TRATTATI:

  • il ruolo del Padre;
  • la Rabbia all’interno del nucleo familiare;
  • il rapporto Uomo e Donna;
  • ogni elemento del nucleo familiare deve seguire il proprio Destino, il proprio Ruolo o prestare fede ad una gerarchia?

Salve a tutti, giovedì 11 settembre abbiamo riaperto le porte alle nostre serate di mimesi dopo la pausa estiva. Ad ogni nostro incontro, ne approfittiamo non solo per mettere in scena le mimesi dei richiedenti, ma anche per affrontare argomenti, utili per tutti, sulle varie dinamiche familiari nella vita quotidiana.

Questo giovedì, dopo una mimesi sul rapporto tra un padre e suo figlio maschio, abbiamo colto l’occasione per riflettere sulla figura e il ruolo del Padre in base a ciò che emerge nelle mimesi.

Nella mia esperienza, sia come medico e sia come costellatore, ho compreso che è fondamentale, all’interno dei nuclei familiari, saper mettere in luce e rispettare i ruoli e il destino di ogni componente. La bravura del terapeuta è cercare di rimanere il più possibile senza aspettative, senza giudizio e soprattutto senza regole. Nel momento in cui, come terapeuti, applichiamo delle regole o delle aspettative alla mimesi che sta emergendo, la blocchiamo in ogni sua possibilità di evoluzione.

Partendo da questo presupposto abbiamo, per mezzo di esercizi, messo in scena il movimento spontaneo tra la figura del padre e della madre e dei figli. Tutti noi sappiamo che ogni generazione eredita inevitabilmente il piano emotivo delle generazioni precedenti: invidie, rabbie, paure, sensi di colpa, violenze … dunque abbiamo messo in scena anche l’elemento di disturbo emotivo o segreto di famiglia. Il nostro intento era verificare chi, più di tutti, si sarebbe fatto carico di tale peso: i figli? il padre? la madre? Quando si lavoro a livello spirituale, appaiono movimenti completamente differenti rispetto all’apparente morale ed etica che ci viene insegnata. Nel piano energetico puro non esistono più carnefici e vittime; ogni elemento assume un proprio ruolo e ha una sua propria dignità di esistere; se non applichiamo aspettative ma anzi aspettiamo che il tutto emerga senza regole, emerge sempre ciò che era prima dell’evento traumatico, tutto appare come ordinato e sensato, quasi ineluttabile; tutti i personaggi appaiono giusti nel loro ruolo di esistere, così come sono. In questo esercizio è apparsa la forza YANG del maschio padre, che si sacrifica per i figli e la compagna.

Nelle mimesi dunque compare il movimento spirituale (per dirlo con le parole di Hellinger) o energetico del campo di forma del nucleo familiare, non compare il movimento oggettivo materiale tra gli elementi.

Su richiesta abbiamo provato inoltre a mettere in scena la violenza sessuale. Mettiamo in scena il padre, la madre, i figli e la violenza. La violenza guarda i figli e avanza, il padre si colloca come scudo tra i figli e la violenza, difende il territorio e la prole; la madre si allontana; avviene il contatto tra la violenza e il padre, si abbracciano e il padre cade al suolo. Questo movimento l’ho visto più volte alle giornate di lavoro con Hellinger, e più volte è comparsa nelle mie mimesi. E’ una danza che si instaura tra il padre e la violenza, la quale violenza può derivare sia dalla famiglia paterna e sia dalla famiglia materna, in ogni caso essa viene “raccolta” dal padre, ossia il parte assorbe il ruolo della violenza e la fa propria. La violenza sessuale in realtà rappresenta già una vittima che chiede vendetta, sangue chiede sangue, qualcuno deve pagare e ripercorrere quella strada; chi lo fa, lo fa per tutti.

Più volte ho provato, durante i vari moduli della scuola, a far dire ai figli coinvolti guardando la violenza: “scusa, ora finalmente vedo la tua sofferenza, fai ciò per cui sei venuto”. Questa frase ha un impatto fortissimo e ferma la violenza, spesso essa cade a terra o arretra, quasi come avesse ottenuto ciò che voleva: essere vista e rispettata nel suo dolore. La figura del padre diventa colui che si assume il ruolo di “irretito”, pagando lui e liberando gli altri elementi dal terribile ruolo; se il padre viene onorato nel suo sacrificio viene interrotta la coercizione al ripetersi delle violenze. In questo caso la madre non ha ruolo, come detto si allontana; spesso questo movimento manifesta che forse già la madre aveva subito la stessa violenza e dunque, ci troviamo davanti ad una catena di misfatti.

Le mimesi, ho compreso nel tempo, mettono in luce il piano del campo psichico che ci guida dall’alto, non riproducono banalmente ciò che è avvenuto, riproducono il piano emotivo che guida il sistema, quello che Hellinger nei suoi libri chiama coscienza spirituale. All’interno di tale campo o coscienza allargata, tutto diventa giusto così come appare, tutto entra nella filogenesi del gruppo a cui apparteniamo, senza tempo.

Ansia e Depressione, visti e ragionati secondo le mimesi e la Medicina Tradizionale Cinese.

Dalla CONFERENZA a CUORGNÉ del 5 aprile 2024

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A cura di Andrea Penna – Medico Chirurgo

Salve a tutti ieri a Cuorgné, presso la sede del centro “Sentieri di Stelle”, abbiamo affrontato, e ragionato insieme al pubblico, due argomenti particolari che purtroppo, da dopo il covid, si son slatentizzati in molte persone: l’ansia e la depressione.

Nella conferenza ho provato a descrivere tali sintomi, non solo come fenomeni comportamentali, ma analizzarli il più possibile nella loro origine e come poterli affrontare. Come mezzo diagnostico interpretativo, in questi ultimi anni stanno facendo la parte del leone le costellazioni familiari sistemiche e le mimesi. Tali tecniche ci permettono di mettere in luce le cause predisponenti che possono, precocemente o negli anni, indurre la comparsa di tali sintomi.

Quando si prova a mettere in scena sia l’ansia e sia la depressione, nelle costellazioni o nelle mimesi, emerge sempre negli Antenati un movimento anomalo tra la figura del Padre e i Figli, che determinerà nei discendenti una alterata immagine della figura maschile, soprattutto del ruolo del Padre, emerge ossia un comportamento riflesso postumo di eccesso di difesa e timore verso la figura del Padre.

Per comprendere meglio tale fenomeno ci viene utile la Medicina Tradizionale Cinese. Secondo tale metodica terapeutica, sono gli organi che pensano, che modulano il nostro comportamento. Questo spiega perché, molti dei nostri comportamenti ripetitivi caratteriali, non li possiamo modificare col ragionamento; essi derivano da una sofferenza viscerale profonda, che si impone ad ogni nostro tentativo di auto controllo. Sempre secondo tale medicina il concetto di equilibrio è espresso nel corretto rapporto ed espressione delle due forze: maschile detta Yang e femminile detta Yin. Si evince pertanto che, la non corretta percezione di uno dei due genitori, predispone ad una disarmonia organica e comportamentale.

Nel caso dell’ANSIA gli organi coinvolti sono lo stomaco e il colon, entrambi due organi collegati alla figura della madre. Nelle costellazioni e nelle mimesi, emerge sempre un movimento determinante: la persona ansiosa tende a mettersi a fianco della madre per proteggerla nei confronti principalmente della figura del Padre e/o dei fratelli o sorelle, a volte, per proteggerla da elementi della famiglia di origine della Madre.

Nel caso della DEPRESSIONE gli organi coinvolti sono il fegato e il polmone; il fegato è collegato alla figura paterna e il polmone è collegato alla figura materna. Quando mettiamo in scena tale sintomo emergono due movimenti: il primo evidenzia un contrasto rabbioso tra la figura del Padre e i Figli; il secondo è la retroazione della figura della madre, ossia la Madre non interviene a difesa dei figli. Le mimesi ci stanno aiutando a comprendere che, tutti noi maschi o femmine, viviamo in funzione del rapporto viscerale con l’utero di nostra Madre, dalla vita intra uterina sino all’età adulta, tutti noi, viviamo in funzione della Madre. Quindi tutti i figli, maschi o femmine, istintivamente difenderanno sempre la madre a discapito del Padre o di qualsiasi altra figura. Questo doppio movimento crea nella discendenza una distonia comportamentale, poiché il figlio non ottiene la giusta compensazione, che è l’approvazione della Madre. Perde ossia lo stimolo al combattimento, che è tipico della depressione: la perdita di motivazione nella vita.

Grazie alla sinergia di tecniche differenti, stiamo sempre più entrando nei meandri della biologia comportamentale. Stiamo sempre più affinando come meglio agire e quali medicinali o terapie in gruppo utilizzare per aiutare tali persone a essere maggiormente in equilibrio e rinforzare la loro resilienza.

Infatti io ormai, da anni, associo le mimesi a medicinali naturali. Per mezzo della mimesi riattivo l’eventuale blocco emotivo registrato nella mente delle persone, aiutandole a reintegrarsi amorevolmente con le figure paterne e materne dei suoi predecessori e, per mezzo di medicinali naturali, riattivo l’omeostasi dei vari organi coinvolti emotivamente. Si ottiene così un risultato più duraturo nel tempo, più profondo, più viscerale.

Andrea Penna

Le Mimesi modificano il processo evolutivo di dette patologie

Nella mia esperienza di medico ho preso atto che, soprattutto nelle patologie croniche di qualunque natura, psichiche od organiche, attuare una terapia medica e/o chirurgica associata ad una tecnica simil costellazioni familiari, mimesi o gioco dei ruoli in gruppo, amplifica nettamente la prognosi del quadro clinico e modifica il processo evolutivo di dette patologie.
Tutti noi conteniamo una struttura genetica, che in parte ci predispone verso processi comportamentali o metabolici più o meno vincolanti. Tale processo viene decodificato col termine di “predisposizione genetica”. Dall’avvento della decodificazione del nostro patrimonio genetico umano (DNA) avvenuto nel 2.000, oggi sappiamo che esiste un altro processo che viene decodificato col termine “epigenetica”. Tale processo determina e facilita l’attivazione o la non attivazione di determinati settori del nostro DNA e viene influenzato dall’ambiente e dal nostro stile di vita oggettivo ed emotivo. Qui è dove tali tecniche di gruppo possono intervenire, ossia modificando o facilitando l’attivazione o no di parte del nostro DNA, e quindi possono variare la nostra predisposizione verso determinate patologie organiche o comportamentali. 
L’epigenetica oggi viene anche descritta, da molti autori, e anche da me in base alla mia esperienza, come il nostro patrimonio emotivo ereditato dai nostri Antenati. È un sotterfugio di Madre Natura per aiutarci a non perdere le esperienze vissute e poterle donare in eredità ai nostri discendenti. Con la genetica ereditiamo una predisposizione organica, con l’epigenetica ereditiamo una predisposizione emotiva comportamentale.
Le mimesi o costellazioni familiari in gruppo, creano un campo morfico, all’interno del quale noi possiamo, come entrassimo in una finestra spazio temporale, vedere, percepire, elaborare emotivamente un qualcosa che è dentro di noi, che fa parte della nostra epigenetica, che abbiamo ereditato amorevolmente dai nostri Antenati.
Tutto ciò che avviene in natura è sempre una richiesta di “voglia di vivere” e di richiesta di “attenzione”.

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L’UOMO, LE PIANTE E IL CLIMA

IL RUOLO DEL PADRE

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Lasciare una traccia: generare una modificazione organica in noi e nei nostri discendenti.

MIMESI, COSTELLAZIONI FAMILIARI – COME FUNZIONANO?

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L’OMEOPATIA QUESTA SCONOSCIUTA

LA SINDROME DEL GEMELLO SCOMPARSO

LATERALITA’ E SIMBOLISMO NELLE PATOLOGIE ARTICOLARI

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PASSIONE E NOIA: CHI STO AMANDO?

Video della conferenza: La Comunicazione non verbale tra Genitori e Figli

Perché è importante vedersi nel proprio Figlio e come creare empatia con lui SEMPRE

In questa conferenza online il Dott. Andrea Penna oltre a spiegare questi concetti e fornire consigli pratici pronti all’uso, porta casi clinici particolari ponendo l’attenzione su quali simboli ha decodificato nel tempo sul rapporto Genitori e Figli.

 

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È importante capire e tenere sempre a mente una cosa: noi siamo ciò da cui deriviamo e siamo ciò che creiamo!

Noi deriviamo dai nostri GENITORI e siamo quello che saranno i nostri FIGLI. È fondamentale comprendere questo concetto fino in fondo, perché determina ogni giorno la nostra esistenza e il rapporto con i nostri figli.

Che ci piaccia o no, noi siamo i nostri genitori e i nostri figli, sia in quello che ci piace sia in quello che NON ci piace, anche se non lo vediamo, perché magari si manifesta in maniera diversa e quindi non ce ne accorgiamo. Tante situazioni che accadono nella nostra vita DIPENDONO da questo aspetto.

La miglior tecnica terapeutica emotiva e analitica che la vita può offrici è vederci in loro, ancora meglio in tutti i nostri consanguinei. Comprendere che se fossimo nati al posto loro saremmo COME LORO, capire che se fossimo figli di noi stessi saremmo come i nostri Figli.

Le prime abilità importanti da sbloccare secondo Andrea Penna sono queste:

  • essere coscienti di noi stessi;
  • essere qui e ora;
  • vedersi nei consanguinei;
  • e soprattutto… essere ironici con noi stessi!

Sembrano semplici, ma sono più articolate di quanto noi crediamo.

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GUARDARSI ALLO SPECCHIO

La nostra critica e la nostra capacità nel vedere, interpretare e approcciare sia il mondo reale e sia il mondo religioso, nasce dalla mescolanza della percezione emotiva che ognuno di noi ha avuto nella vita embrionale e la percezione emotiva che nostra Madre aveva del mondo che la circondava durante la nostra gravidanza.

Il rapporto tra noi/embrione e il corpo di nostra Madre diviene il nostro archetipo interpretativo di ciò che noi definiremo “mondo reale”, il mondo concreto, lo Yin, questo archetipo rappresenta tutto quello che noi per cultura definiamo e chiamato “la scienza”, quello che storicamente era la fisica newtoniana o la chimica del 1800.

Il rapporto e il tempo mio trascorso tra nostra Madre e il mondo che la circondava durante la nostra gravidanza, noi/embrione lo percepiremo e lo memorizzeremo come il “mondo mistico o religioso”, la parte non concreta delle cose, il mondo Yang, l’altro; questo archetipo rappresenta tutto quello che noi per cultura definiamo come impercettibile, interpretabile, è la fisica quantistica, è lo studio dei campi magnetici, dei campi gravitazionali, tutti basati sulla percezione indeterminabile del campo energetico delle cose.

Le “Costellazioni Familiari Sistemiche” secondo il metodo insegnato da Hellinger o le “Mimesi della nostra vita”, variante da me ideata in base alle mie esperienze, ci permettono di osservare e misurare tali ipotesi interpretative del nostro vivere.

Tali tecniche infatti ci permettono di concretizzare azioni o emozioni memorizzate nel nostro corpo, nelle nostre unità funzionali organiche, ghiandolari e nervose e osservarle nel loro movimento, utilizzando, simil teatro greco, persone che rappresentano il piano della nostra ricerca (emozioni, antenati, malattie), lasciati liberi di muoversi con movimenti spontanei. Come nel teatro antico greco, ove ogni attore seguiva un canovaccio, e dunque, durante la rappresentazione, lentamente si impregnava e immedesimava nel ruolo del personaggio che andava a interpretare, ed entrava senza volere e senza sapere in un archetipo comportamentale, così anche nelle Mimesi, il rappresentante entra, indipendentemente dalle sue conoscenze, nel campo emotivo di ciò che andrà a rappresentare, entrerà in risonanza con qualcosa che le appartiene e con qualcosa che non le appartiene. Nell’arco di centinaia di anni, i Greci notarono che ogni attore recitava e rappresentava i vari Dei, utilizzando sempre medesimi archetipi. Stessa osservazione la notò anche lo stesso Jung, molti dei suoi pazienti, nella descrizione del mondo e delle loro emozioni, anche se totalmente ignari della mitologia greca, la riproducevano.

Ciò sta ad indicare che esistono riflessi o canovacci comportamentali che ci guidano e creano i nostri modelli di vita di relazione; ogni elemento che ruota intorno a noi, durante la vita embrionale, rappresenterà un mito, e ci accompagnerà per tutta la nostra vita.

Appunti del convegno in linea Corona Circus

Metto a disposizione i due articoli che ho presentato durante la mia relazione al seminario web del 4 aprile 2020 come relatore.

LE PATOLOGIE SONO ATTI COGNITIVI: La mia idea è che le PATOLOGIE sono ATTI COGNITIVI.

Ossia, l’atto del “comprendere” implica cambiare sia nel fisico e sia nel modo di agire. Probabilmente l’evoluzione possiamo anche osservarla come un insieme di malattie che hanno obbligato i nostri predecessori a modificarsi in modo rapido, creando e selezionando un nuovo patrimonio genetico nel DNA o un novo patrimonio proteico nel citoplasma, mescolando le informazioni che ognuno possedeva in modo orizzontale, proprio per mezzo di virus.

Possiamo forzare tale ipotesi arrivando a dire che senza i virus l’evoluzione sarebbe avvenuta in modo più lento, che ciò che siamo, è anche grazie a tale meccanismo di comunicazione tra forme viventi. E’ una ipotesi.

L’evoluzione, osservando i reperti archeologici in nostro possesso, è avvenuta per salti e non in modo lineare, l’ipotesi di malattia/drastico cambiamento/adattamento/evoluzione potrebbero essere una nuova interpretazione.

Tali articoli rappresentano i confini della nuova ricerca nel campo delle infezioni e sovra-infezioni virali e batteriche. Modificano e obbligano una attenta rilettura del significato dei virus, non come portatori di infezione, ma come meccanismi evolutivi e di comunicazione tra forme viventi.

Probabilmente i virus non sono infezioni, sono, permettetemi il termine, degli ormoni, sono una posta genetica tra cellule e forme viventi, sono dei messaggeri di informazioni.

Al termine di ogni articolo, in neretto troverete le mie riflessioni conclusive.

Dott. Andrea Penna